15 Gen Assiterminal: una visione di sistema del terminalismo italiano
Ancora da Shippingitaly.it, proponiamo, sempre a proposito del terminalismo italiano, un’intervista al Presisdente di Assisterminal.
Luca Becce, presidente di Assiterminal, ha celebrato il 20° anniversario dell’associazione dei terminalisti portuali italiani mettendo nel mirino l’integrazione verticale dei vettori marittimi e l’associazionismo ad personam che «fanno perdere la funzione d’interesse generale dell’associazionismo» a beneficio «di un solo player di mercato o di pochi gruppi». Il riferimento e in particolare (ma non esclusivamente) a MSC, i cui terminal portuali sono quasi tutti usciti da Assiterminal a fine 2020 e si attende ora di capire se andranno a creare una nuova associazione contrapposta, così come è avvenuto sul fronte armatoriale con la nascita di Assarmatori. Nel mirino c’è anche Alis, l’associazione della logistica presieduta da Guido Grimaldi e promossa dal Gruppo Grimaldi insieme ad altri vettori stradali.
Non è un caso dunque che Assiterminal e Assologistica stiano dialogando per fare fronte comune e unirsi per ciò che riguarda le aziende attive come terminal operatore nei porti: «Abbiamo entrambe l’obiettivo di superare le divisioni» ha spiegato Becce confermando l’anticipazione di SHIPPING ITALY dello scorso ottobre.
Le divisioni fra le due anime dei terminal riguardano, come noto, la funzione stessa dell’attività svolta per le compagnie di navigazione: per Becce non è possibile rischiare che «il terminalismo portuale perda la sua caratteristica industriale per acquisirne una esclusivamente di centro di costo e quindi di servizio all’interno di una catena che ha un dominus di altro tipo». Secondo Assiterminal «la natura industriale del terminalismo è un fattore importante sia per il legale con il territorio (cosa che invece i colossi internazionali non potrebbero garantire secondo Becce, ndr), sia per le regole con cui abbiamo costruito il sistema del terminalismo portuale, a cominciare dal contratto collettivo nazionale di lavoro».
Affermazioni che hanno innescato la replica di Gian Enzo Duci, vicepresidente di Conftrasproto, secondo il quale «sarà il mercato a dire se le integrazioni verticali avviate dai global carrier siano giuste o sbagliate». La controreplica di Becce ha richiamato in causa la Block Exemption Regulations, vale a dire la misura europea che garantisce alle compagnie di navigazione attive nel trasporto container alcuni privilegi in materia di Antitrust che altri operatori solo terrestri non hanno.