12 Mag Il “Barometro” dei porti dell’Alto Tirreno. Una panoramica della crisi internazionale
Fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 i porti hanno fatto tutto il possibile per assicurare la continuità delle loro operazioni e quindi della catena logistica. Se, come confermano le statistiche UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), l’80% del commercio internazionale di beni avviene via mare, è fondamentale che i governi nazionali, in un quadro generale e tendenzialmente condiviso di misure di contenimento della pandemia, facilitino gli scambi e mantengano i porti funzionali, consentendo l’accesso alle navi commerciali, che peraltro garantiscono il rifornimento di attrezzature mediche vitali, derrate alimentari, materie prime, carburante e beni manifatturieri essenziali.
Restrizioni sui movimenti di merci e/o blocco delle frontiere potrebbero ritorcersi sulla lotta stessa al Coronavirus, interrompendo le forniture di beni essenziali per gli ospedali, per le aziende, per i cittadini stessi. La continuità del commercio internazionale è un’istanza prioritaria, invocata a gran voce dall’industria marittima nel suo complesso. Prioritaria è la salvaguardia delle condizioni di salute e della sicurezza dei marittimi. Le restrizioni sugli accessi ai porti e le misure di quarantena hanno infatti imposto gravi disagi agli equipaggi, impedendo o rallentando i cambi di turno. E prioritario è anche il contenimento del rischio di propagazione del contagio tra i portuali, che potrebbe arrivare a paralizzare il transito dei beni. La cosiddetta Fase 2, come noto, non ha affrancato la comunità e l’economia internazionali dai rischi della pandemia che si considera ancora in atto.
Sia a livello europeo (European Sea Ports Organization-ESPO, MedCruise, Villes et Ports-AIVP, Italian Cruise Day-La Casa dei Porti Crocieristici Italiani) che a livello mondiale (International Maritime Organization-IMO, International Chamber of Shipping-ICS, International Transport Workers’ Federation-ITF, International Association of Ports and Harbors-IAPH), le maggiori associazioni del mondo marittimo e portuale si sono attivate per cercare di fornire alle istituzioni europee e mondiali un contributo per l’elaborazione di strumenti idonei per reagire alla crisi.
I porti del sistema dell’Alto Tirreno stanno contribuendo in vario modo a questa attività, collaborando con le istituzioni locali e territoriali e con le associazioni internazionali stesse.
AdSP MTS ha attivato una sezione dedicata nel proprio sito istituzionale (Osservatorio Covid-19), come del resto altre istituzioni omologhe e associazioni operanti nei vari settori della portualità.
Il Livorno Port Center, coerentemente alle proprie funzioni di centro di diffusione della cultura e delle attività marittimo-portuali, proporrà, nelle prossime settimane, aggiornamenti periodici sulla panoramica internazionale, con un focus particolare sull’interazione porto-città e sugli aspetti socio-economici presi in esame nelle newsletter delle diverse associazioni internazionali.
Iniziative di solidarietà hanno caratterizzato simbolicamente, con le celebrazioni del 1° maggio, l’inizio del mese in numerosi porti: il suono delle sirene ha salutato l’impegno e la dedizione al lavoro dei marittimi. Sotto questo auspicio, nel segno di una reazione positiva e condivisa nel mondo dei porti a livello interazionale, parliamo appunto di porti oggi, in tempo di Coronavirus.
Mutueremo il titolo di questa semplice operazione di informazione – con più modesti obiettivi rispetto all’originale – dallo IAPH-WPSP Port Economic Impact Barometer, per un nostro “Barometro”, partendo dai porti dell’Alto Tirreno nel contesto della crisi Covid-19 per arrivare a presentare una panoramica sulla vita dei porti e delle città portuali in questo periodo complesso a livello mondiale.