21 Apr Navi, donne, madrine. Il curioso rito del battesimo delle navi
Da ShipMag, una pillola di curiosità storico-marinaresca: perché le navi hanno una madrina?
Genova – In tempi di pandemia, è una scena alla quale non siamo più abituati: gli abiti di gala, la madrina che taglia il nastro, la bottiglia di champagne che si infrange contro lo scafo. Eppure la domanda ha accompagnato molti di noi per diverso tempo: perché le navi, da crociera e mercantili, hanno una madrina e non un padrino?
Di sicuro, la cerimonia benaugurale per le imbarcazioni ha origini antichissime: greci, romani e babilonesi erano soliti mettere al riparo le navi dagli eventi naturali con rituali molto simili agli attuali battesimi.
Fino a un’epoca relativamente recente, però, donne e navi non sono mai state concepite come soggetti conciliabili. Durante il Medioevo le donne erano addirittura considerate iettatrici e il loro ingresso a bordo delle navi era bandito. Secondo la superstizione, la presenza di una donna su un’imbarcazione avrebbe scatenato l’ira degli oceani fino a provocarne l’affondamento.
La situazione è cambiata verso il 17° secolo, quando i cantieri navali iniziarono la tradizione di scolpire la testa di una donna sulla prua delle navi. L’intaglio veniva realizzato in quella posizione perché si pensava che le donne avessero occhi migliori per la navigazione in alto mare.
Nella Francia del 18° secolo, vari e battesimi erano cerimonie simili a quelle nuziali tradizionali, con partecipanti maschi e femmine. I proprietari della compagnia di navigazione erano liberi di scegliere padrini e madrine, ed entrambi battezzavano la nave.
Secondo gli storici dei cantieri navali, è stato nel 19° secolo che la prima donna è stata identificata come madrina: l’onore toccò a Miss Lavinia Fanning Watson, figlia di uno degli uomini più ricchi di Philadelphia. Nel 1846 la signorina Watson fece rompere una bottiglia di acqua e vino sulla prua della USS Germantown, una nave da guerra della Marina degli Stati Uniti, che divenne la prima nave della Marina americana battezzata da una donna.
Da allora, prima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo, le madrine sono diventate sempre più comuni. Inizialmente si usavano bottiglie di cognac e whisky, mentre lo champagne ha iniziato ad avere un posto di rilievo solo alla fine del 19° secolo.
Altri storici dicono che fu la Royal Navy britannica che iniziò a offrire l’onore di battezzare le proprie navi alle donne. In ogni caso, nel 20° secolo il battesimo “rosa” era già una pratica diffusa e tutte le navi con una certa leggenda (Queen Mary, Normandie, Rex, ecc.) avevano la loro madrina.
Dalla metà degli anni Ottanta c’è stata un’ulteriore evoluzione. Le madrine non erano più solo regine, first lady o figlie dell’armatore, ma attrici, atlete, musiciste. Insomma: personaggi famosi.
I battesimi hanno iniziato ad avere un tono più commerciale. Audrey Hepburn ha battezzato la Star Princess nel 1989, Lauren Bacall la Monarch of the Seas nel 1991, Julie Andrews la Crystal Serenity nel 2003, Sophia Loren ha da anni legato il suo nome alle navi MSC, e così via fino al battesimo della Costa Smeralda che ha visto protagonista, un anno fa a Savona, la bellissima Penelope Cruz.