10 Set Porti & dintorni. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 16
Leggiamo nella Newsletter di AIVP di questa settimana una interessante notizia che mette a fuoco la centralità di una salda cooperazione porto-città per far fronte alla crisi (post-)Covid-19 e per favorire la ripresa socio-economica delle realtà portuali e dei territori che su di esse gravitano.
Mentre molte città combattono per sostenere faticosamente il proprio tessuto economico colpito dalla brutale quanto improvvisa recessione postepandemica, la cooperazione porto-città, infatti, si configura come una delle chiavi di volta per elaborare programmi produttivi di ripresa.
In Canada un piano anticrisi è stato condiviso dalle istituzioni portuali e cittadine del Québec, con il contributo dell’Università di Laval e della locale Camera del Commercio e dell’Industria, con l’obiettivo di rilanciare congiuntamente l’innovazione e il trasporto. Numerosi progetti ambiziosi sono in fase di elaborazione, tra i quali la realizzazione di un nuovo terminal container – “Laurentia” – un vero e proprio hub innovativo fluviale, concepito con un nuovo schema di trasporto regionale.
Idee analoghe in Spagna, dove il porto e la città di Ceuta hanno sottoscritto un protocollo di intesa per lo sviluppo del settore crocieristico, finalizzato a potenziare l’accoglienza e i servizi che il territorio può offrire ai visitatori.
Per una reazione efficace alla crisi postpandemica, non sono sufficienti, comunque, investimenti business-oriented: positivo l’esempio del porto di Long Beach (USA) che ha integrato i finanziamenti destinati a progetti di sanità pubblica.
In questo periodo storico di crisi sanitaria, indubbiamente la salute è, più che mai, parte dell’economia.